La dipendenza emotiva
– SINOSSI
Anna ha poco più di trent’anni, una lavoro come photo editor che la soddisfa solo in parte e una storia tormentata con Francesco: sedici anni più di lei, due figli, un matrimonio, una carriera avviata e una vita spezzata da cui non riesce a districarsi; “diviso tra due mondi, due cretine, due viltà”, come Anna lo descrive.
E’ Natale quando lei decide di dire basta e fare le valige. Una scelta dettata più dalla speranza di stimolare una reazione che dalla convinzione di tener fede ai suoi propositi.
Ma proprio quel gesto costituirà il primo passo di un faticoso cammino che la vedrà ripercorrere l’intera storia con Francesco alla luce di una nuova consapevolezza. Un percorso che ha per teatro la casa in cui i due hanno vissuto e come orizzonte temporale l’intero arco delle vacanze. Francesco è lontano e Anna, a sua insaputa, comincia a traslocare. Tra impegni natalizi, distrazioni, capodanno, il quotidiano diventa parte della storia, si mescola ai ricordi e gioca la sua parte.
Al fianco di Anna, Patricia: un’amica di lunga data, la cui emotività resta celata dietro un velo di leggerezza e goliardia fin quando, un bel momento, verrà meno anche quel velo. E qui, le confessioni di Anna iniziano a intrecciarsi con quelle dell’amica che rivela in modo franco un segreto da sempre taciuto sulla propria famiglia.

Se nel puzzle di Anna mancava un tassello ora Patricia glielo offre: quel che era stato romantico diventava banale. Anna rinuncia ad assolvere Francesco ma impara a perdonarlo. La verità è più forte di tutto, arriva come un’onda e travolge ogni cosa.
Un testo che racconta la difficoltà di abbandonare i propri sogni, le proprie proiezioni e la possibilità di crescere attraverso il perdono.
LA DIPENDENZA EMOTIVA
Il testo tratta il tema della dipendenza emotiva: una patologia che origina da un deficit di autostima profondamente radicato, a cui si accompagna un costante bisogno di approvazione esterna. Quel che ne segue è un’incapacità di “fare da soli”, di muoversi ed agire nei vari campi della vita in modo libero e indipendente dal giudizio altrui. Chi ne soffre non sceglie quasi mai per sé, incapace di assegnare un giusto peso ai propri desideri e alle proprie necessità – di cui è spesso inconsapevole – trovandosi, al contrario, a compiacere quelle altrui, in genere quelle del partner o delle figure genitoriali da cui elemosina amore, dedizione e supporto costanti. Si potrebbe dire che tende a vivere di luce riflessa, idealizzando coloro da cui si aspetta tali attenzioni e a cui delega il compito di riconoscere anche il proprio valore. Cosicché, ogni qual volta il soggetto idealizzato manchi di soddisfare tali pretese, la fiducia in se stessi subisce un duro colpo: una critica, un’assenza, un improvviso abbandono sono capaci di generare ferite così profonde da mettere a repentaglio l’intera struttura su cui si è retta, fino a quel giorno, la propria identità, fragile e confusionaria.
In questo testo – scritto volutamente in forma di romanzo (e non di saggio) al fine di essere fruito e non studiato – la dipendenza emotiva viene incarnata da tre figure femminili in tre ruoli differenti: moglie, figlia e amante, ma ce ne sono molti altri.
Come è normale che succeda, man mano che si procede con la lettura la storia prende vita a prescindere dal proprio autore. Episodi e personaggi si muovono, così, in uno spazio aperto ad interpretazioni plurime dove soltanto una parte di quanto narrato continua a seguire la traccia iniziale; e mentre la trama si svolge, come fosse una matassa, lungo sentieri disparati, il lettore contribuisce col proprio sguardo e i propri vissuti ad assegnare alle vicende significati e ammonimenti che solo a lui saranno chiari una volta terminato. A volte, per guarirne non occorre fare altro: solo osservarsi ed ascoltare.